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L’installazione  SIRENA DIGITALE  In Anteprima Al MANN

Da venerdì 23 ottobre, sarà possibile interagire con la Sirena Digitale mediante una installazione olografica esposta all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

L’accessibilità e la User Experience di Sirena Digitale sono state progettate per consentire un facile utilizzo indipendentemente da età e nazionalità del fruitore, sia in modalità di installazione museale, con un’interfaccia gestuale aptica (Totem Olografico), sia in modalità portatile, tramite una App per dispositivi mobili.

La presentazione innovativa dei contenuti consente di valorizzare il patrimonio artistico e musicale della Campania sul piano internazionale e in modalità inedita. In particolare, attraverso le tecnologie digitali messe in campo (che consentono una modalità di fruizione dei materiali artistici, presentati come audio, video e sotto forma di ologramma) sono stati riproposti contenuti artistici e culturali partenopei, dall’antichità alla post-modernità, che coniugano tradizione e innovazione, con particolare attenzione al mito e al culto della Sirena Parthenope. Si tratta di una reinterpretazione iconografica che, a partire da una ricerca scientifica dei contenuti culturali, artistici e comunicativi ad opera del Dipartimento di Scienze Sociali, ha preso vita attraverso il disegno, la scultura, il trucco e gli aspetti grafici, elaborati dai docenti dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli e dal loro staff. Una reinterpretazione che richiama l’immaginario cinematografico, il mondo dell’arte, della cultura e della musica napoletana e internazionale, attraverso una visione – di immagini e suoni – contemporanea, post-moderna e futurista. Le videoriprese della Sirena sono state realizzate al Centro di Produzione Rai di Napoli, in collaborazione con l’Archivio Storico della Canzone Napoletana della RAI, e la transcodifica delle immagini in ologrammi è il frutto del lavoro di ICAR-CNR.

L’installazione olografica di Sirena Digitale – visitabile presso il piano -1 del Museo Archeologico di Napoli (MANN)-, che mostra un processo di trasformazione dal fisico al digitale, sarà accompagnata dall’esposizione della scultura del Maestro Lello Esposito, Siren-a-Terra: una reinterpretazione che l’artista propone della Sirena Parthenope, tra memoria antica e visioni contemporanee, fra passato, presente e futuro.

Al progetto, promosso attraverso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II, anche dal ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, quando era Rettore dell’Ateneo, hanno partecipato numerosi direttori, professori, ricercatori, docenti, esperti e tecnici delle diverse istituzioni culturali coinvolte, che hanno contribuito alla realizzazione della Sirena Digitale, tra cui: Diego Mascolo, Giuseppe De Pietro, Paolo Giulierini, Stefano Consiglio, Antonio Parlati, Giuseppe Gaeta, Enrica Amaturo, Sergio Brancato, Enrica D’Aguanno, Zaira de Vincentiis, Antonio Di Ronza, Maurizio Crocco Egineta, Kriss Barone, Pasquale Massimo, Massimo De Santo, Felice Russillo, Francesco Pinto, Gino Aveta, Barbara Napolitano, Francesco Falcone, Aldo Esposito, Giuseppe Caggianese, Andrea De Rosa, Mario Pistolese, Michele Luciano, Raffaele Lopez.

Il Direttore ICAR-CNR e membro del CdA Databenc, Giuseppe De Pietro: “Sirena Digitale implementa una nuova visione in cui le tecnologie abilitano un modello analitico di valorizzazione del patrimonio culturale. Tramite strumenti innovativi, la canzone napoletana viene rilanciata nel suo valore economico e sociale, e diviene motore della comunità. CNR e Distretto Databenc sono fortemente impegnati in questa nuova sfida: fare del patrimonio culturale una risorsa centrale di un modello di economia innovativo e sostenibile per il sistema territoriale.

Il Coordinatore Scientifico Sirena Digitale, Luigi Gallo (Cnr-Icar): “Nella Sirena Digitale, le tecnologie assecondano un’idea: che la canzone classica napoletana necessitasse della forza delle immagini per rivelare la sua autentica espressione. L’ologramma, con la sua tridimensionalità, consente di trasmettere la complessa gestualità degli interpreti, è spazio in cui avvolgere e coinvolgere. Inoltre, utilizzando un sistema a ultrasuoni, lo scenario di suoni e visioni si arricchisce con il senso del tatto. La musica resta però centrale in un disegno in cui la tecnologia vuole essere strumento, pervasivo ma discreto, di restituzione fisica di un’emozione”.

 

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